Il coaching è un po’ una magia perché fa accadere cose nelle persone con il solo dialogo, è l’arte della maieutica di Socrate nella quale sai di non sapere e ti poni in ascolto dell’altro facendo solo delle domande utili, niente considerazioni personali e offerte di spalle sulle quali piangere, il coaching è ascolto ed esercitazioni pratiche per migliorare la performance e la qualità della vita grazie a strumenti specifici.
Ma quali sono questi strumenti specifici e chi è un mental coach?
Iniziamo con il fare chiarezza su quante distinzioni esistono nel coaching perché oggi va molto di moda la figura del mental coach ma nessuno sa che si tratta di induzioni ipnotiche al fine del miglioramento della performance sportiva ad alte prestazioni.. niente a che fare con questioni quotidiane se non per la parte tecnica delle induzioni che sono utilizzare anche in altri rami del coaching, dal life al business.
Oggi si intende mental coach principalmente chi opera per induzioni su blocchi emotivi, fobie e creazioni di convinzioni potenzianti ma non è solo sua prerogativa, un bravo coach fa questo indipendentemente dall’etichetta che sceglie, oggi stiamo sdoganando il mental coach dallo sport all’individuo, un taglio life con un altro nome, ma sempre di coaching si tratta e si può raggiungere il risultato anche con i modelli linguistici della programmazione neuro linguistica.
Scopriamo ora in quali campi coaching e mental coach si accomunano
- Individuare e raggiungere obiettivi sfidanti;
- Incrementare e gestire la performance;
- Rafforzare la convinzione di autoefficacia;
- Ristrutturare i pensieri negativi e/o demotivanti;
- Stimolare la concentrazione e l’attenzione verso il risultato
- La ricerca e l’allenamento delle potenzialità
- La corretta definizione degli obiettivi.
- Pianificazione e attuazione
Il coaching è utilizzato per pianificare obiettivi, migliorare la performance, potenziare il mindset, organizzare team, gestire tempo e risorse.
Il coaching nasce nello sport, nel tennis, grazie a Timothy Gallwey che scrive il gioco interiore sottolineando come l’avversario nella testa sia molto più forte di quello al di là della rete.
Così nasce il coaching, per allenare gli sportivi a supportare la loro sfida mentale spostandosi poi nel business delle organizzazioni fino alla quotidianità del life coaching.
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